La qualità della relazione corporea nel contesto familiare ed educativo: laboratorio per adulti con Victor Garcia

Incontro laboratoriale a mediazione corporea per adulti
Quello che c’è di più profondo nell’essere umano è la pelle
P.Valéry
Quando e dove: Sabato 1 Aprile 2017 presso Scuola Materna Regina Margherita, Via Antonio Locatelli 1 – Bonate Sotto (BG) dalle 19:00 alle 23:00.
A chi è rivolto l’incontro: adulti, coppie, insegnanti, educatori, psicomotrcisti, singoli genitori che vogliono condividere un incontro speciale dove il gioco e la corporeità diventino strumenti di esplorazione di sé rispetto al tema della qualità della relazione corporea nei contesti familiari e/o educativi.
Per iscriverti: compila il modulo on-line per confermare la tua partecipazione.
I posti sono limitati e verrà data precedenza in base all’ordine di iscrizione.
Per aiutare l’organizzazione il Modulo è da compilare entro Giovedì 23 Marzo 2017.
Per i costi di partecipazione:

Focus del laboratorio formativo: approfondire la qualità della relazione corporea nei contesti familiari ed educativi come risorsa.

Entrare, rimanere, uscire o evitare la relazione: quale tatto riesce a creare un contatto?

Incontrare l’altro significa darsi la possibilità di scoprire chi si è veramente, significa entrare in uno spazio di intimità con se stessi. Mentre con la parola possiamo nascondere, mentire e manipolare, nell’interazione corporea emerge ciò che davvero noi siamo, sentiamo e pensiamo. Che sia in relazione con un figlio o con il partner, il corpo non mente, permettendo di svelare bisogni e desideri, se si ha il coraggio di ascoltare quello che dice.

Creare contatto con l’altro, non è solo toccare, contenere, prendere: spesso i bambini e i ragazzi non rispondono alle comunicazioni degli adulti, sia in contesti educativi che famigliari, perchè non sentono la forza di questo “contatto”.

Nei processi relazionali ed educativi, raramente si porta l’attenzione su come ogni essere umano, adulto o bambino, sia abile nell’incontrare o nell’evitare la relazione.
Questa capacità ha sfumature uniche per ogni essere umano: scoprirle, permette di scegliere la qualità con cui si vuole incontrare la vita e le sue esperienze.

Nella relazione di coppia, nel ruolo di genitori o educatori o insegnanti, si attribuisce all’altro la fatica di stare, l’eccesso nell’aggrapparsi, la velocità della fuga: più difficile è cogliere come noi contribuiamo a sostenere queste azioni.

Incontrare l’altro in uno spazio di “contatto” significa aver fiducia in se stessi, avere qualcosa da dire e metterlo in quell’azione e in quella specifica relazione. La differenza tra toccare e contattare è proprio legata al nutrire l’azione di un intento. Non significa “fare forte o piano”: significa essere disponibili a creare uno spazio di accordo e di comunicazione, basato sull’ascolto di sé e dell’altro, prima di usare la parola.

Nei contesti educativi spesso la comunicazione corporea non raggiunge mai questo livello di intimità perché la paura dell’adulto di ascoltarsi e di svelarsi all’altro è dominante: “l’adulto parla e il bambino impara” e manca così il valore profondo dello scambio nella relazione corporea-affettiva.

Nell’interazione genitori e figli la relazione corporea può cadere nella routine, nella cura del corpo senza comunicazione, nell’attaccamento senza ascolto; a volte non c’è il tempo per fermarsi; a volte i genitori evitano di creare spazi di affettività perchè questo li porterebbe a sentire le proprie fatiche e il proprio senso di inadeguatezza.

I bambini e i ragazzi imparano così ad evitare il “contatto”, a sfiorare le esperienze e l’altro, oppure ad entrare con violenza per urlare che sono lì e che vogliono sentire qualcuno dall’altra parte. Il limite non viene rispettato perchè non si sente l’altro o il contesto, e la regola è una comunicazione vuota e lontana dalla relazione.

Nella relazione di coppia la paura di perdersi nell’altro, la necessità di aggrapparsi all’altro, la fatica a manifestarsi come individui, con i propri valori e bisogni, impediscono relazioni autentiche. Il contatto con se stessi e il coraggio di manifestarsi sono le risorse per la costruzione di relazioni d’intensità, di scambio, di rispetto e d’amore.

Diventa facile nel quotidiano che la parola non sia allineata all’azione.

Far chiarezza sul significato di queste modalità di interazione può aiutare a ridurre molti equivoci che generano disordine, confusione, disapprovazione, menzogna, conflitto, blocco  nella manifestazione del sé, nelle scelte educative con i figli o i bambini e ragazzi di tutte le età, nella relazione di coppia, nelle relazioni quotidiane.
Nei processi educativi e affettivi, quando gli adulti portano a sviluppo riflessioni di significato sulle modalità personali di essere in intimità con se stessi, permettono ai bambini ed ai ragazzi di uscire dalle ambiguità che le loro inconsapevolezze e i loro vissuti hanno creato; possono così aiutare bambini e ragazzi a comprendere meglio come poter attivare le proprie risorse personali.

Conoscerci può aiutare a comprendere chi ci è vicino.

Continuiamo a credere che Victor Grcia sia un dono per tutti coloro che lo incontrano, per la sua capacità di parlare da cuore a cuore, per la saggezza e l’armonia che porta, per l’amore con cui unisce il pensiero e la pratica del corpo.

N.B. L’incontro laboratoriale sarà di messa in gioco corporea.

Conduce l’incontro:

Victor Garcia

Victor Garcia, analista corporeo della relazione, psicosomatoterapeuta, psicomotricista relazionale, formatore e didatta, relatore a numerosi congressi Internazionali, assistente del Prof. Andrè Lapierre, da 40 anni pratica in Spagna, Italia, Brasile ed Argentina. Vive a Madrid ed è felice di essere ospitato anche a Bergamo.

Occorrente utile: abbigliamento comodo e sportivo con calze anti-scivolo, borraccia o bottiglietta d’acqua, cuscino e coperta.

Contatti: direzioneradianza@gmail.com   cell. 320/1174836